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Danko Jones

“A Rock Supreme”, nono disco nella carriera di (dei, se preferite) Danko Jones, è stata l’occasione per intervistare il leader, frontman e omonimo fondatore del gruppo. Ecco cosa ci ha detto.

Benvenuto su HeavyWorlds, come stai?

Bene, sono appena arrivato da Stoccolma, così non ho potuto girare per Milano (l’intervista si è svolta nella metropoli lombarda, nda). A ogni modo l’avevo già vista lo scorso anno, a novembre. Sta notte volerò verso Berlino, quindi il tempo è veramente stretto

Puoi presentare ai nostri lettori la vostra ultima fatica?

“A Rock Supreme” è il nostro nono album in studio, e il suo elemento fondante è la musica hard rock. Faccio sempre fatica a descrivere il nostro sound, perciò potrei dirti che è puro e semplice hard rock, appunto. Abbiamo registrato in varie fasi, nell’estate 2018 avevamo le canzoni pronte e siamo andati in studio, è il nostro nono album quindi è stato relativamente veloce e semplice farlo.

Parliamo di una canzone in particolare, che reputo tra le migliori del disco: la radiofonica “Dance Dance Dance”…

Sì, avevo in mente il riff introduttivo e una volta che abbiamo iniziato a jammare mi è saltata fuori la melodia della strofa, e poi il ritornello, diretto ed essenziale…

…quindi le vostre canzoni in genere nascono da jam session?

Sì. Specialmente quella canzone, ma solitamente jammiamo su piccole parti già composte in precedenza. Poi mi registro dei piccoli demo da riascoltarmi a casa o in giro per scriverci i testi. Sai, adoro camminare per la città e ascoltare la musica, ed è il modo giusto per studiarmi le canzoni. Di solito quando provo i testi che sto scrivendo canto sottovoce, quindi se mi vedi per strada potresti prendermi per un pazzo.

Anticipazioni sul tour imminente?

Suoneremo anche in Italia, ma non so ancora darti i dettagli. Comunque solitamente non c’è un solo tour: la fine di uno è di solito il preludio a un altro. D’altra parte, il tour per noi è essenziale, come per tutti; oggi funziona al contrario rispetto a una volta, quando si andava in tour per promuovere il disco, e non si registrava il disco per andare in tour.

Avete degli obiettivi da raggiungere con questo “A Rock Supreme”?

Inseguiamo sempre il sogno di… sai, non abbiamo mai avuto un disco d’oro. Certo, se conti gli streaming sulle varie piattaforme abbiamo dei “gold singles”, ma non abbiamo mai raggiunto quella popolarità che avevano una volta gli artisti con vendite da dischi d’oro o platino. È difficile per me vedere il mio gruppo obiettivamente, ma so che il mio non è un gruppo così tanto popolare. L’obiettivo è sempre quello di aumentare la propria popolarità.

Immagino sia più difficile oggi rispetto a 30 anni fa.

Sì e no. È difficile quando inizi, perché devi costruirti un’audience, anche se, contemporaneamente, oggi è assolutamente più facile ed economico registrare un album. Io posso registrare un disco questo pomeriggio e caricarlo online questa sera, e potenzialmente è a disposizione di tutto il mondo. Ma poi tutto dipende dalla distribuzione, dalla promozione, da se passi o no in radio, eccetera, e siccome oggi tutto si muove e cambia più in fretta di 20 anni fa, il punto è che tutto sta a quanto sei pronto ad adattarti ai cambiamenti e a farti coinvolgere dai nuovi strumenti come Youtube, Facebook, eccetera. Voglio dire, naturalmente non sarò mai il più seguito su Instagram, ma finalmente mi sono adattato e ho un profilo anche io. Invece sento musicisti che lo snobbano, come se non fossero disposti ad accettare i cambiamenti, i nuovi canali di promozione. Ecco, con questo atteggiamento non otterrai nulla.

C’è una canzone in particolare che avresti voluto scrivere?

Sì. Tante. “Enter Sandman” oppure “Smells Like Teen Spirits”, oppure ancora “Welcome to the Jungle”, perché a questo punto mi sarei ritirato in una villa enorme con lo chef personale (ride, nda).

L’intervista è conclusa. Se vuoi aggiungere qualcosa, è l’occasione giusta

Grazie per il tuo tempo e un saluto ai lettori di Heavyworlds. Spero di vedervi presto in Italia.