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Europe – Press conference

-Ciao a tutti e grazie per la disponibilità!

Joey: Ciao e grazie a tutti voi di essere qui! Spero che vi divertiate anche al concerto di stasera!

-Come vi sentite a suonare dopo gli avvenimenti di Parigi?

Joey: Il tour era già stato programmato da tempo, siamo stati tutti molto nervosi in quei giorni ma fortunatamente le cose stanno andando bene.
Ian: C’è da dire che non bisogna nascondersi da queste situazioni negative altrimenti ci si sottomette a quello che vogliono loro, dobbiamo portare il nostro messaggio di amore con la forza della musica.
Mic: Prima di stasera abbiamo suonato in qualche altro show e tutto è andato benissimo, specialmente in Francia e ancor di più a Parigi c’era un feeling tra il pubblico e la band che sembrava magico. Tutto il locale era pieno di pace e amore.

-Parliamo del vostro album, War of Kings. Chi sono i re di questa guerra?

Joey: Il titolo deriva da antiche storie svedesi, danesi e norvegesi. Parla della lotta avvenuta tanto tempo fa ai tempi tra i primi re auto proclamati ed eletti di Svezia, Danimarca e Norvegia. C’è un libro chiamato The Long Ship ,del quale io e Jhon parliamo e abbiamo tratto ispirazione per la title track, che narra di queste battaglie.

-Parlando del primo album solista di Joey, parli di un posto che vuoi raggiungere, sei riuscito ad arrivare dove credevi?

Joey: Oh il mio primo album solista… beh abbiamo fatto molta styrada da allora, siamo in un bel posto anche ora!
quando ci siamo reincontrati nel 2003 abbiamo detto che ci saremmo rimessi in moto per molto tempo per costruire un nuovo futuro, credo che lo stiamo facendo decisamente bene! Se mantieni la passione, lavori sodo, cerchi di sviluppare diversi stili nuovi e muoverti in direzioni differenti riuscirai ad avere un qualche tipo di successo alla fine. Direi che stiamo procedendo bene.

-Qual è il pezzo nel nuovo album che vi rappresenta maggiormente nel vostro metodo di lavorare alla stesura dei pezzi?

Joey: È una bella domanda, ci sono diverse varianti del concetto lavoro di stesura a dir la verità, che ne pensate ragazzi?
Mic: mmm parli dello scrivere? C’è un pezzo, Angels of Broken Hearts, è una canzone che fu scritta interamente in studio mentre registravamo, cosa che non avevamo mai provato prima, è stato un modo completamente nuovo di scrivere che non avevamo mai provato prima.
Joey: credo che quella canzone e Praise You rappresentino per noi un nuovo modo di registrare e scrivere. Sono molto interessanti per noi! C’è un mix dinamico, emotivo, potente e…
Ian: divertente!
Joey: Sì esatto!

-Vi piace suonarle anche dal vivo quindi?

Joey: Certo! Non abbiamo ancora suonato Angels of Broken Hearts dal vivo però, ci stiamo lavorando e sono sicuro che lo faremo. Ci sono anche altri pezzi nuovi molto divertenti da suonare live, Nothin’ to Ya, Hole in My Pocket ma Praise You adoriamo suonarla dal vivo.

-Pensi che “fast and heavy” prima e “dark and emotional” ora siano le parole giuste per descrivere la vostra musica di questi trent’anni?

Joey: direi che si potrebbe dire emotional, dinamica e potente. Suoniamo attorno a differenti emozioni ed espressioni. Negli anni 80 lo stile era molto più definito ed i pezzi erano più sullo stesso piano riguardo allo stile. Ora stiamo sperimentando molto di più e devo dire che è più divertente per noi!

-Parlando con la gente molti vi vedono come degli emblemi di un’era d’oro del rock e dell’epoca di The Final Countdown, com’è far parte anche di una scena musicale molto differente come quella odierna rispetto al passato?

Joey: Beh negli anni 80 eravamo più giovani, avevamo vent’anni, stavamo solo imparando a conoscere il mondo della musica, produttori, studios ecc ecc. Ora ad esempio noi sappiamo come scrivere, produrre un disco, tutto il mondo che sta anche dietro al suonare. Siamo diventati un po’ nerd in questo!

-Oggigiorno però la situazione è differente, non sembra che serva vendere dischi per vivere ma fare tour.

Joey: Esattamente, il tour è importante, così il merchandise e lavorare con il web ed i social sono importanti. Ma credo che ovviamente la parte relativa al disco sia ancora più importante e quindi mettiamo il cuore nel farlo
Ian: Riguardo al tour oggigiorno è necessario fornire al pubblico uno show di maggiore impatto rispetto al passato, stupire di più i fan dal palco. Sotto questo punto di vista è richiesta una band molto più preparata per affrontare dei tour al giorno d’oggi e raggiungere il successo. Fortunatamente abbiamo tutti questi elementi ed è anche per questo che continuiamo ad andare avanti e continuiamo ad avere successo

-Come vi sentite ad aver ricreato la stessa lineup di The Final Countdown e di suonare ancora insieme dopo molti anni?

Joey: Beh, fortunati! Abbiamo un grande lavoro e ti senti di essere con grandi persone con il quale farlo. Tutti noi suoniamo anche con band diverse e facciamo tour con musicisti differenti ma non è lo stesso che con gli Europe.
Mic: Quello che vorrebbe dire è anche che dopo questi anni abbiamo capito che ci mancava lo stare insieme, la chimica che si era formata. Dopo quella pausa capisci che questi sono i ragazzi con i quali voglio suonare per il resto della mia vita.

-Vi aspettavate tutto questo successo dagli anni 80 a oggi e come vi ha cambiato come persone?

Ian: beh ci ha cambiato sì sotto un certo aspetto, negli anni 80 è stato tutto molto improvviso, come saltare su un treno in corsa a tutta velocità verso le classifiche. È successo così in fretta che non abbiamo avuto modo di riflettere su quello che ci stava accadendo. In questi anni poi è cambiato molto, prima era tutto divertirsi, festeggiare, suonare. Vivere il Rock ‘n Roll dream insomma! Ora siamo più incentrati sul lavoro in se e sull’industria musicale
Mic: personalmente mi piace molto quello che facciamo al giorno d’oggi, abbiamo modo di riflettere molto sul nostro lavoro e ci siamo anche resi conto di quanto fossimo fortunati trent’anni fa
Joey: diciamo che se sai darti una controllata e non fai troppi party puoi imparare da quella fase della tua carriera e usare questa esperienza successivamente per sapere cosa fare e cosa non fare!
Mic: Speriamo!
Joey: Sì speriamo ahah!

-Il prossimo anno festeggierete i trent’anni di The Final Countdown, come pensate di celebrarlo?

Joey: Beh non possiamo parlarne molto, faremo qualche show dedicato a questo verso la fine dell’anno anche se non c’è ancora nulla di confermato. Avremo comunque un anno impegnativo, un album da registrare, un tour da portare avanti. Il prossimo anno sarà molto carico!