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Lena Scissorhands – Infected Rain

In occasione della prima delle 2 date italiane degli Infected Rain all’Arci Tom di Mantova, abbiamo avuto l’onore di avere ai nostri microfoni la splendida Lena Scissorhands, cantante e frontwoman della band, la quale ci ha svelato che ci sono novità interessanti in arrivo. Ecco cosa ci ha detto:

Benvenuta in su HeavyWorlds, e in Italia, ovviamente. È sempre un piacere per noi avervi qui in Italia. Cosa ti aspetti dallo show di stasera?

Beh, è un piacere per noi essere in Italia, davvero tanto perché qui mi sento a casa. Ho vissuto alcuni anni qui, c’è tutta la mia famiglia qui… È davvero fantastico pensare a quanto bene mi fa stare questo paese, è davvero magico. Per quanto riguarda lo show di stasera, ci aspettiamo la stessa energia che troviamo negli altri paesi, perché in fondo non facciamo alcun tipo di differenza: la lingua che le persone parlano, la cultura che hanno o la religione che professano non hanno importanza, perché il metal è uguale per tutti, e la musica dovrebbe connettere la gente. Detto ciò, noi ci aspettiamo dai nostri show parecchie follie, tanto divertimento, sorrisi stampati sui volti del pubblico e tante energie positive.

Parlando del vostro ultimo album “86”, è davvero interessante sentire una così ampia varietà di stili musicali e sonorità diverse. A quali band vi siete ispirati di più per scrivere queste canzoni?

Nessuna band ci ispira. Se devo essere sincera, non so come mai sia una domanda così frequente: certo, la musica in generale ispira i musicisti, e questo è un dato di fatto. Noi ascoltiamo tantissimi artisti di generi diversi, da diversi paesi, che cantano lingue diverse e usano strumenti diversi. Quindi sì, la musica in generale ci influenza in qualche modo, ma allo stesso tempo non sarei in grado di indicare una band precisa, o due, tre… Il fatto è che tutto ci ispira, non solo la musica.

Come lavorate a questo progetto? C’è qualcuno di voi che riconoscete come band leader che solitamente si occupa di scrivere la maggior parte dei pezzi, oppure mettete insieme tutte le vostre influenze personali assieme?

Noi lavoriamo sempre assieme. Certo, c’è chi lavora di più e chi di meno per la creazione di nuovi brani, ma alla fine lavoriamo ad ogni canzone assieme. Ad esempio, ad un dei due chitarristi viene in mente un’idea, ed è un brano quasi concluso. Può presentarla alla band, e noi diciamo la nostra: talvolta capita che la accettiamo così com’è, perché è maledettamente bello, altrimenti ci aggiungiamo qualcosa, e nella maggior parte dei casi è così. Il fatto è che ognuno di noi ha idee leggermente diverse rispetto alla musica, e penso che quelle canzoni che sono scritte assieme siano le mie preferite. Sono le mie preferite perché in fin dei conti sono così energiche, così emozionanti e così… Infected Rain!

I vostri testi sono spesso pieni di significati importanti e messaggi molto forti. C’è qualcuno di voi che in particolare si occupa di scrivere i testi? Prendete ispirazione da qualche libro o canzone? Se si, quali?

Sono io che mi occupo dei testi, e no, non ho una particolare fonte di ispirazione. Ogni cosa mi ispira. A volte capita che sia una determinata situazione ad ispirarmi, in qualche modo; a volte invece una persona… Prendo ispirazione da ogni emozione che la vita mi porta a vivere, sia essa amore, protesta, odio… In fin dei conti, sono solo un essere umano come tutti quanti. Ho alti e bassi nella mia vita, ed è per questo che scrivo i miei testi. Si può dire che gli Infected Rain siano la mia “terapia”, e non ho bisogno di andare da uno psicologo per dirgli cosa non va nella mia testa. Semplicemente lo scrivo su un foglio di carta.

C’è una canzone che ti piace cantare dal vivo in modo particolare? E perché?

Uh questa è una domanda difficile, molto difficile. Non posso sceglierne una, davvero! Perché ognuna di loro ha emozioni differenti. Penso che dipenda dal mio stato d’animo, e dall’atmosfera presente durante lo show. Qualche volta può essere un pezzo più degli altri, e in un’altra serata può essere un’altra canzone. Ma sarò onesta, amo davvero tanto cantare dal vivo “Sweet, Sweet Lies”. È una delle mie canzoni preferite da portare in live, perché è così brutale, ma emozionante allo stesso tempo. Di solito la facciamo come ultima della nostra scaletta, e ce la mettiamo davvero tutta. È come se un potere esterno si impossessasse di me nel finale, in modo che io possa concludere lo show con tutta questa carica.

Qual è stato il passaggio che più vi ha creato problemi durante l’intera produzione del vostro album “86”? E come ne siete usciti?

In realtà non abbiamo avuto nessun problema in particolare. Anzi, è stato molto semplice: abbiamo composto i pezzi, ci siamo registrati delle demo grezze per poterci lavorare sopra, e poi siamo andati in studio. E così stiamo facendo anche per il nostro prossimo nuovo album, che uscirà l’anno prossimo!

Sappiamo bene che i lavori di post produzione stanno sempre di più prendendo piede all’interno dell’intera procedura della realizzazione di un disco. Qual è la tua opinione a riguardo?

Personalmente non ho un’opinione a riguardo. Certamente il modo di registrare di oggi è totalmente differente rispetto a come era solito fare negli anni ’80 e ’90. La cosa figa è che adesso chiunque può arrivare alla conclusione di un suo progetto anche senza passare per forza da uno studio professionale. Alla fine, anche il mastering ormai lo si può fare quasi comodamente dalla propria scrivania, e ciò è molto interessante. Mi fa piacere che siano molte nuove sonorità in circolazione!

Cosa ne pensi della scena metal attuale comparata ai tempi delle vecchie glorie?

Non si possono comparare secondo me. La differenza è che a quell’epoca internet non c’era, e questo crea un divario enorme tra i due periodi: per farti conoscere, essere popolare e successivamente famoso, dovevi sperare di riuscire a far passare i tuoi brani in radio e fare tantissimi concerti. Oggi invece puoi riuscire ad essere famoso anche senza uscire mai da casa tua.

A mio avviso è molto triste, ma è così, è un effetto negativo di internet. Ma allo stesso tempo, grazie ad esso, le persone hanno la possibilità di scoprire nuovi gruppi e di essere loro fan in paesi nei quali magari non hanno neanche mai suonato. Paragonerei dunque internet alle due facce di una moneta. Ogni generazione ha i suoi alti e bassi, e magari in futuro si dirà la stessa cosa di noi se qualche altro fenomeno dovesse esplodere e diventare più popolare di internet. Magari le persone riusciranno ad andare su Marte e suoneranno concerti anche lì.

Detto ciò, io non comparo i due periodi. Amo tantissime band storiche, le trovo molto fighe per ciò che hanno fatto e che continuano a fare. Alla fine sono cresciuto con loro e non posso non amarle. Ma allo stesso tempo tutte le band nuove composte da ragazzi giovani. Trovo che siano pieni di nuove idee, nuove sonorità, nuovi punti di vista… È davvero fantastico.

Che consiglio daresti una giovane band metal emergente?

Non vi arrendete e fate ciò che amate. Non ascoltate le persone che non credono in voi. Se credete a ciò che state facendo e vi state divertendo, continuate a farlo. Si vive una volta sola!

Sappiamo che avete già in programma un’altra data al Rock Town di Cordenons, ma avete in mente di tornare in Italia nuovamente dopo questo tour?

Certamente. Il nostro piano è quello di tornare almeno una volta all’anno in ogni paese. Allo stesso tempo però cerchiamo di non venire troppo spesso per evitare che dopo un po’ la gente possa stancarsi. Al momento non abbiamo nulla di ufficialmente programmato per il prossimo anno, ma ci stiamo lavorando e non vediamo l’ora di tornare.

Grazie mille, questa era la nostra ultima domanda. C’è qualcosa in particolare che vorresti dire ai nostri fan di HeavyWorlds?

Grazie mille per avermi ospitata e per tutte queste domande. Tutto ciò che posso fare è invitarvi ad andare a concerti, supportare le band che amate e supportare le band locali, perché noi abbiamo bisogno di voi. Siamo sempre in tour e giriamo chilometri e chilometri in tutto il mondo per venire nella vostra città, nel vostro paese a condividere la nostra musica. Ed è davvero un piacere enorme quando arriviamo agli show e troviamo un sacco di gente. Quindi se vi piace una band, venite e supportatela. Perché senza di voi, noi non potremmo esistere.