Loading

Netherblade

Alla viglia del release party di “Annihilation of Self”, album di debutto dei thrashers milanesi Netherblade, abbiamo avuto la fortuna di avere il batterista Danilo Sunna e il chitarrista Simone Aiello direttamente ai nostri microfoni, che ci hanno svelato qualche segreto. Ecco com’è andata:

Benvenuti su HeavyWorlds, ragazzi. Siamo ormai alla viglia dell’uscita del vostro album di debutto, e già dal singolo “Beyond Death” si preannuncia un disco molto energetico. Quanto siete entusiasti per questa pubblicazione?

(Danilo) Beh, siamo molto entusiasti. Anche se ti correggo, non è un disco, ma un EP di presentazione. Siamo sì molto entusiasti, ma a dirla tutta il grosso sarà quello che verrà dopo. Questo in realtà non è altro che un breve EP di cinque brani che useremo principalmente come assaggio per la massa, in modo da capire quale sarà la risposta del pubblico.
(Simone) Sì, siamo molto entusiasti per l’uscita del disco, e anche il video ha avuto un notevole riscontro. L’unica cosa che posso sperare è che anche le pubblicazioni a venire abbiano lo stesso feedback.

In relazione a tutti i pezzi che saranno presenti, qual è l’aggettivo che meglio può descrivere “Beyond Death”? E perché?

(Simone) Ce ne sarebbero tantissimi, ma quello che più mi viene in mente è “sincero”. È un disco sincero perché è molto spontaneo, perché già da quando ci siamo formati abbiamo avuto questa grinta venuta fuori quasi dal nulla. Se devo essere sincero, non abbiamo nessun risentimento su ciò che abbiamo scritto, e se dovessimo tornare indietro non cambieremmo una virgola.
(Danilo) Si, concordo. È un EP sincero, perché abbiamo deciso di non cestinare brani che abbiamo scritto col gruppo precedente (Blindeath), e che abbiamo preferito tenere per omaggiare in un certo senso la storia della vecchia band. Il fatto è che quell’avventura si è chiusa abbastanza male. I pezzi che presenteremo Sabato sera saranno comunque tutti inediti, ma certe parti hanno origini che vengono dai vecchi Blindeath, e per noi è molto importante sottolineare questo fatto.

Qual è stato il problema più grande che vi siete trovati ad affrontare durante l’intera produzione dell’EP? E come ve la siete cavata?

(Danilo) Non faccio nomi. Il disco inizialmente era stato concepito come un Full Lenght che doveva contenere nove pezzi. Il problema è stato che, una volta che ci siamo affidati ad uno studio sotto consiglio della nostra vecchia agenzia, ci siamo resi conto che la produzione che ne è uscita non ci soddisfaceva. Abbiamo quindi deciso, nonostante avessimo pagato di tasca nostra, di correre ai ripari riregistrando i pezzi che più ci piacevano di quel disco per pubblicare un EP.
(Simone) Diciamo che, come ha già anticipato Dani, è stata una situazione nella quale ci siamo trovati insoddisfatti del lavoro che è stato fatto in questo studio. Per come la vedo io, siamo stati fermi sullo stesso punto per un anno, e per un gruppo emergente è tanto, soprattutto se ancora non si ha nulla di pubblicato. La cosa buona è che dalla merda ci siamo usciti puliti, e non vediamo l’ora di portarci a casa questo EP.

Come vi dividete il lavoro all’interno della band?

(Danilo) Faccio tutto io! * risata generale *

C’è qualcuno di voi che si occupa della parte strumentale e dei testi, oppure lavorate tutti assieme?

(Danilo) Tendenzialmente è un lavoro corale, però per quanto riguarda i brani tratti dall’EP la situazione è un po’ diversa: Andrea (Ledda, il cantante) era appena entrato nella band, quindi si è trovato davanti a pezzi già completi sia di testi che di musica, e ha dovuto solo interpretarli. In due di questi brani però è lui l’artefice dei testi, e ha dato così il suo contributo al progetto. I riff e le parti strumentali invece vengono principalmente da Simone, ma anche Andrea e Luca (Frisenna, bassista) hanno aiutato. Per quando riguarda me, scrivo le mie parti di batteria e talvolta aiuto Andrea con i testi. Il management della band invece è normale che sia gestito da una sola persona (che in questo caso sono io). Per non creare inutili litigi conviene lasciare tutto in mano a qualcuno che conosce qualche aneddoto in più.

C’è un brano tratto dal vostro EP che non vedete l’ora di suonare dal vivo? E perché proprio quello?

(Simone) Per quanto mi riguarda, il mio preferito è “Awake”. Non è ancora uscito, ma non dovrete pazientare ancora a lungo.
(Danilo) Il mio preferito è l’ultimo uscito assieme al video, ovvero “Beyond Death”. Mi piace perché, oltre al fatto che è un brano in pieno stile Thrash Metal, la cosa che mi piace di più è il come siamo riusciti a miscelare le nostre influenze, perché a mio parere è il pezzo con le influenze più marcate da parte di tutti.

Il videoclip che avete registrato per il singolo ha effetti grafici decisamente affascinanti. Quanto tempo vi ha occupato la realizzazione dell’intero video?

(Simone) Solo per registrarlo abbiamo impiegato tre giorni pieni. Ci sono state tre sessioni di registrazioni nel giro di 2 settimane e 10 giorni, dove stiamo stati occupati anche 9 o 10 ore durante l’arco della giornata. Per quanto riguarda la post-produzione in sé, c’è voluto parecchio tempo, e a tal proposito lascerei la parola a Danilo.
(Danilo) La produzione, tenendo anche conto della fase di progettazione, ha occupato sia a me che ad Antonio Chirivì (il regista) per almeno due settimane buone di scrittura. Una volta che ci siamo resi conto che non era fattibile per i mezzi che avevamo a disposizione, abbiamo optato per una soluzione più semplice, che è quello che avete visto. Per il montaggio c’è voluto almeno unmesetto.

Proprio voi che fate parte di questa categoria, cosa ne pensate della scena Thrash Metal (e Metal in generale) emergente? Quali sono secondo voi i gruppi migliori? Perché?
(Danilo) Penso che la scena Metal italiana non esista. Esistono gruppi di persone amiche che collaborano tra di loro per fare più cose. Questa affermazione può sembrare strana, però vi posso assicurare che ormai la musica in Italia è diventata un pochino come la mafia. Non posso snocciolare altro, ma il fatto è che ho un po’ il dente avvelenato su questo argomento. Per quanto riguarda i gruppi di riferimento nell’underground, ce ne sono moltissimi che, oltre che essere nostri grandi amici, sono band che musicalmente ci piacciono davvero tanto. Posso citare i Game Over,
gli Hyperblast, i Wargame, gli Infected, i Devastation Inc., i Vexovoid, i Distruzione, gli Insidia, gli Extrema… Gruppi come questi sono fatti da gente che si fa il culo per andare avanti. Altri invece vanno avanti a favoritismi, e sarebbe anche ora di smetterla. Alla fine siamo una grande famiglia, e invece di dire che il Metal in Italia non viene cagato,
bisognerebbe smettere di fare le prime donne.

Rispetto alla situazione nella quale si trovavano band come voi negli anni ’80, cosa pensate che sia cambiato? Secondo voi abbiamo assistito a un’evoluzione o ad un’involuzione del genere fino ad ora? E perché?

(Danilo) È tutta colpa di Kurt Cobain! * risata generale *

Sembra una battuta, ma non è così. Non me ne vogliano i fans dei Nirvana, però Kurt Cobain è stato una rivoluzione per l’industria discografica di quegli anni, ed è stato fondamentalmente quello che ha portato (nel bene o nel male, dipende dai punti di vista) una evoluzione nel mondo della musica in quegli anni. Se notate, quanto cominciarono a spopolare i Nirvana, gruppi come Metallica, Megadeth o Anthrax cominciarono a mettere le camice da boscaioli. Tutto questo per seguire il trend. Non dobbiamo comunque dimenticare che il Thrash Metal, per quanto bello possa essere, è stato comunque un trend, e dire che è sempre stato un genere di nicchia sarebbe un’affermazione sbagliata, e questo vale un po’ per tutto il Metal in generale. Cosa è cambiato quindi? È cambiato che prima si inviavano le cassette per corrispondenza, mentre ora si mandano i link di YouTube via chat su Facebook. È cambiato sia il modo di comunicare, che quello di ricevere, ma non è per nulla cambiata la percezione che uno ha della musica.
E non è vero che prima le band avevano audience appena uscite: prima le band dovevano fare un percorso che è molto più difficile del nostro per riuscire a emergere. Il problema è che all’epoca non c’erano i social network, e la gente si informava di più.

Come vedete il futuro per questo genere, e per la musica in generale?
(Simone) Per la musica in generale non te lo saprei dire, per questo genere invece posso dirti che sta iniziando a riavere un grandissimo successo come non succedeva da tempo. Alla fine non è vero che il Metal non va e che non lo ascolta nessuno, sono tutte cazzate! Semplicemente bisogna sbattersi tanto, organizzare tante date e darsi da fare.
(Danilo) Il futuro di questo genere è esattamente lo stesso che hanno subito i suoi predecessori: è diventato un genere storico, rispettato in quanto tale, ma che non fa più tendenza. Lo si fa perché uno è appassionato, lo si ascolta perché uno è appassionato, però non credo tornerà di tendenza.

Avete in mente un tour per promuovere questo EP? Se si, avete già in mente qualche tappa?
(Danilo) Sappiamo già tutto ma non possiamo dirvi nulla. Ma non è per questo disco, è per un progetto futuro, del quale non possiamo dirvi nulla. * risata generale *

Grazie ragazzi, questa era la nostra ultima domanda. C’è qualcosa in particolare che vorreste dire ai fans di HeavyWorlds?
(Danilo) Grazie a HeavyWorlds per lo spazio, e grazie a Lorenzo per l’intervista. Tutto quello che mi viene da dire è: “Non fermatevi ai primi 15 secondi di un pezzo, ma andate fino in fondo e ascoltatelo tutto, di qualsiasi cosa si tratti, perché una canzone, seppure nei suoi tre minuti, vi può stupire almeno quattro o cinque volte”.

Da HeavyWorlds anche per stasera è tutto, alla prossima 😉