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Amorphis + Soilwork + Jinjer + Nailed to Obscurity @ Live Club, Trezzo sull’Adda, 12/02/19

È strano, non trovate? Solitamente ogni volta che ci si ritrova a far la coda per un concerto, il meteo è sempre il peggiore possibile. Ma questa volta no. Il cielo di Trezzo sull’Adda quel giorno era stranamente limpido e libero da ogni nuvola. Sarà stato forse un segno? Chi può dirlo. L’unica cosa che sappiamo per certo è che il bel tempo ha contribuito a tenere l’umore generale alle stelle, e il risultato è stato qualcosa di incredibile.

 

NAILED TO OBSCURITY:

In un Live Club non ancora pienissimo, l’onore di aprire le danze spetta ai Nailed To Obscurity: nonostante gli animi degli spettatori fossero ancora freddi, la band tedesca è riuscita a scaldare a dovere i presenti e a catturare l’attenzione del pubblico con delle sonorità particolarmente atmosferiche e ipnotizzanti.

 

JINJER:

Il primo grande nome della serata è quello della band di Tatiana e compagni. Tra lo stupore di molti spettatori legati ai due headliner da parecchi anni, i Jinjer recitano la parte della band nuova che propone sonorità innovative: il loro sound lo conosciamo bene, e come da pronostico hanno ricevuto un ottimo feedback fin dalla prima “Words of Wisdom”. Nonostante una scaletta ridotta, visto il basso posizionamento nel running order che è stato loro riservato nel tour, sono però riusciti ad integrare brani sia da “Cloud Factory” che da “King of Everything”, riuscendo anche ad inserire 3 brani tratti dall’ultimissimo EP “Micro”. Ancora una volta i Jinjer si sono aggiudicati il premio di astro nascente della scena metal, e hanno decisamente tutte le carte in regola per diventare una grande band.

Scaletta:

1) Words Of Wisdom
2) Ape
3) I Speak Astronomy
4) Dreadful Moments
5) Teacher, Teacher!

6) Who Is Gonna Be The One
7) Pisces
8) Perennal
9) Sit Stay Roll Over

SOILWORK:

Spazio finalmente ai primi grandi protagonisti della serata: entrano in scena i Soilwork. Felici ed entusiasti del nuovo album “Verkligheten” uscito l’11 Gennaio, la band svedese sale sul palco proponendo un set completamente da headliner, con la scaletta più lunga rispetto a tutti gli altri colleghi della serata. Fin dal primissimo momento, la folla è in visibile estasi, e tutti invocano a gran voce il nome della band Melodic Death Metal. Esibizione semplicemente perfetta: la band era di ottimo umore e si poteva notare in modo molto piacevole dalla tranquillità e dalla spensieratezza con la quale si muovevano sul palco. Per il resto, scenografia ottima e suoni impeccabili. Anche dalle prime file infatti, si sentiva tutto alla perfezione. Eccellente inoltre il lavoro del frontman Björn Stridt, che ha dimostrato come al solito di essere un grandissimo showman dotato di un’ottima capacità di interazione con pubblico, che non ha smesso di incitare la band per neanche un secondo.

 

Scaletta:

1) Arrival

2) The Crestfallen

3) Nerve

4) Full Moon Shoals

5) Death In General
6) Like The Average Stalker

7) The Akuma Afterglow
8) Drowning With Silence
9) The Phantom
10) The Nurturing Glance
11) Bastard Chain
12) As We Speak
13) The Living Infinite II
14) Witan
15) Stabbing the Drama
16) Stålfågel

 

AMORPHIS:

E dopo una lunga attesa e un più che soddisfacente show dei Soilwork, ecco che finalmente arriva il momento dell’attrazione principale (per molti) della serata: è il momento dei tanto attesi Amorphis. Le luci si spengono, l’ansia è alle stelle, e finalmente, sotto alle note del synth della nuova “The Bee”, ecco che il gruppo fa il proprio ingresso sul palco. Scaletta completa anche per loro (14 brani) per uno show che ha lasciato chiunque senza fiato. Con la scenografia del nuovo “Queen of Time”, la band presenta quasi per intero il loro ultimo lavoro, che l’anno scorso abbiamo classificato come uno dei migliori dell’anno. La folla, così come per i Soilwork, è di un palpabile entusiasmo, che renderà l’atmosfera dello show qualcosa di unico in tutta la sua durata. Finalmente, anche il pubblico italiano può godersi le note di un album che, nonostante sia uscito l’anno scorso, rimane uno dei migliori in circolazione dell’ultimo periodo. A coronare ala perfezione lo spettacolo ci pensano tutti quei pezzi appartenenti al resto della loro discografia che hanno fatto innamorare i molti fan di vecchia data presenti quella sera a Trezzo.
Probabilmente il termine migliore per definire la loro esibizione è “genuina”: pochi effetti scenici e tanta, tanta musica. La classica vecchia maniera come piace a noi.

 

Scaletta:

 

1) The Bee
2) The Golden Elk
3) Sky Is Mine
4) Sacrifice
5) Message in the Amber
6) Silver Bride
7) Bad Blood
8) Wrong Direction
9) Daughter of Hate
10) Heart of the Giant
11) Hopeless Days
12) Black Winter Day
13) Death of a King
14) House of Sleep