Loading

Parkway Drive + Killswitch Engage + Thy Art Is Murder @ Alcatraz Milano 13/02/19

I maestri australiani del metalcore sono tornati sul suolo italiano, accompagnati dai padri fondatori del genere e dal gruppo Deathcore per eccezione (parliamo, in ordine, di Parkway Drive, Killswitch Engage e Thy Art Is Murder).

Thy Art Is Murder: Il compito di scaldare il pubblico spetterà ai Thy Art Is Murder, il loro ultimo show in Italia risale al 2017 (Brescia)  e ricordo che fu pazzesco, con un CJ (cantante)  in piena forma e con un pubblico in perfetta armonia.
Purtroppo non ho avuto la stessa impressione durante questo show,  CJ mi è sembrato stanco e sottotono, i volumi non erano proprio azzeccati (soprattutto i crash della batteria che erano quasi assenti) ed il sottopalco era pressoché vuoto, escluse le prime file ed una decina di persone intente a moshiare.
Lo show è stato comunque buono,  apprezzate molto come sempre le già classiche “Reign Of Darkness”  ed “Holy War” più la  chicca della serata, la loro cover di “Du Hast”.
CJ
non si è risparmiato a nascondere il suo lato scherzoso, parlando di quanto l’Italia, o meglio.. L’Italiana sia bella e scherzando sul live a Wembley dei Queen facendo cantare a tutti  “EEoooo” .
Lo show si conclude con i ringraziamenti sentiti della band verso il pubblico presente.

 

Killswitch Engage: Il pubblico inizia ad aumentare e l’attesa per i padrini del genere è frenetica, l’entrata sul palco scatena una prima standing ovation generale, ma non c’è tempo per tutto questo perché la band parte a gran ritmo con “Rose Of Sharyn”, da subito si scatena un gran pogo, che bene o male continuerà per tutto lo show, insieme a crowd surfing ed un piccolo, ma non proprio riuscito, wall of death.
Classici come “My curse” o “In Due Time” si alternano a pezzi dell’ultimo album facendo poi spiccare l’amata “My last Serenade” che dà il via ad un gran coro da parte dei presenti.
Sempre un  piacere, vedere il mitico Adam Dutkiewicz ( chitarrista, seconda voce e compositore) saltare e divertirsi  per tutto il palco, cosi come tutta la band che esegue i brani in maniera impeccabile.
L’audio è stato il migliore della serata ed anche i volumi sono stati calibrati bene, unica pecca, se cosi si può dire.. mi aspettavo la loro cover di “Holy Diver” di Dio, che al Rock The Castle di Verona era stata più che apprezzata.
Escono anche loro dal palco salutando e ringraziando, il pubblico ne vorrebbe di più, ma non c’è spazio.

 

Parkway Drive: Ultimo show della serata, gli headliner  Parkway Drive avranno il duro compito di far meglio rispetto alle band precedenti,  l alcatraz ormai è pieno ed il pubblico freme dalla voglia di vedere la band canadese nuovamente sullo stage.
Si spengono le luci ed i Parkway salgono sul palco, dopo essersi messi in linea uno ad uno vengono illuminati come per presentazione (sembra quasi la selezione del personaggio di un qualsiasi videogioco), si può notare qualche sorriso durante questa scena soprattutto sul volto di Winston, ma fortunatamente non dura troppo, partono dunque con “Wishing Wells” di Reverence, il pubblico spinge ed urla, il pogo parte ed i primi cori si innalzano.
Lo show vedrà come protagonista principale l’ultimo album della band Reverence lasciando poco spazio ad album acclamati come “Horizons” o “Deep Blue”anche se non mancheranno canzoni come “Carrion” “Idols and anchors” e “Karma”.
L’esecuzione dei pezzi è buona, soprattutto dal punto di vista strumentale, purtroppo però Winston sembra stanco e non in formissima, ad aggravare il tutto l’audio, che non è dei migliori specialmente sulle linee vocali “clean” , dove è difficile distinguere le parole, fortunatamente però la platea si diverte ugualmente, ed i musicisti riescono a dar la carica giusta.
Si alternano brani come “ Vice”, “The Void” ed “Absolute Power” e poco dopo metà show arriva una chicca, salgono sul palco delle violiniste, queste accompagneranno i Parkway durante lo svolgimento di  “Writings” (IRE),  e Winston in “Colour of Leaving” (alla fine della quale il cantante mi è parso commosso).
Lo show si conclude con “Crushed” e “Bottom Feeder” il pubblico applaude, i Parkway salutano ed escono, sorridenti e sicuri di aver fatto un grande show.

 

Il gruppo che secondo me ha saputo dare di più questa sera sono stati i Killswitch Engage, forti sotto ogni punto di vista, tecnica, qualità, presenza ed esecuzione.
in generale tutto l’evento è stato comunque piacevole, non nascondo però che mi aspettavo uno show diverso da parte dei Parkway Drive, magari più “spontaneo” dato che questo mi è parso abbastanza studiato dal punto di vista scenico, inoltre è imperdonabile la dimenticanza di un pezzo come “Deliver Me” nella setlist, ma questo forse è solo un mio pensiero.