Non è stato facile arrivare al Live 23, ma ne è valsa la pena poiché questo piccolo locale a Bosco
Marengo (provincia di Alessandria) ha ospitato la Symphonic Metal Night, imperdibile per gli
amanti del genere.
Sono stati gli HellCircles ad aprire la serata e a scaldare il pubblico: il quintetto cremonese ha
suonato tracce dal loro album “Prelude To Decline“, presentandosi come una band heavy/power
metal che alterna momenti aggressivi ad altri più melodici, il tutto accompagnato da una grande
tecnica.
E’ il turno poi dei “Jaded Star“, metal band formata dagli ex membri dei Visions of Atlantis e degli
Iced Earth: si distaccano un po’ dal classico symphonic metal, dando al genere un proprio tocco
personale. La cantante Maxi Nil si mostra sicura sul palco e ci regala una performance energica,
molto apprezzata dal pubblico.
Finalmente salgono sul palco i Serenity, accompagnati dall’intro strumentale del loro nuovo album “Codex Atlanticus“, del quale ci fanno subito ascoltare il singolo “Follow Me” e “Sprouts of Terror“.
Georg Neuhauser è in ottima forma, cerca di coinvolgere il pubblico e mostra di aver imparato un
po’ di italiano, grazie anche all’aiuto del bassista Fabio D’Amore. Si passa all’album “War of Ages” con “Royal Pain” e sale sul palco la bellissima e bravissima Tasha, che accompagna i Serenity in
questo tour per sostituire la voce femminile di Clémentine Delauney. Altre tre canzoni dall’ultimo
lavoro: “Iniquity“, e le emozionanti “My Final Chapter” e “The Perfect Woman“, nelle quali Georg riesce
letteralmente a catturare il pubblico con la sua voce meravigliosa. Seguono “Heavenly Mission“,
dall’album Death & Legacy, e “Spirit in the Flesh” da Codex Atlanticus, in cui mostra le sue doti
vocali anche il bassista della band. Poi Tasha ritorna sul palco per un nuovo tuffo nel passato con
due grandi classici dei Serenity, “Legacy of Tudors” e “Serenade of Flames“. A concludere lo show, i
toni epici di “Caught in a Myth” e una vera e propria perla dall’album Fallen Sanctuary, “Velatum”. Nonostante il pubblico non fosse così numeroso, i Serenity hanno comunque dato il massimo,
interagendo e coinvolgendo tutto il locale.
Il pubblico è ormai caldo per gli Xandria: la band sale sul palco ma si nota subito l’assenza del
chitarrista Marco Heubaum, che, come spiega Dianne van Giersbergen dopo la prima canzone,
ha avuto dei piccoli problemi di salute. Nonostante questo piccolo inconveniente, la band inizia
alla grande con “Little Red Relish“, “Unembraced” e “Nightfall“, tratte dai loro ultimi lavori con la nuova
cantante. Il bassista Steven Wussow si diverte ad intrattenere il pubblico mentre Dianne sembra
quasi arrossire agli apprezzamenti dei fan: sul palco è una ragazza molto dolce, concentratissima
nel rendere perfetta ogni nota e con un proprio tocco personale reinterpreta le canzoni delle
precendenti cantanti della band, Lisa Middelhauve e Manuela Kraller.
Gli Xandria ci propongono
tre brani tratti da Neverworld’s End: “Blood on my Hands“, “Forevermore” e “Call of the Wind“, per poi
ritornare al loro ultimo album con “Dreamkeeper“, la magica atmosfera di “The Undiscovered Land” e “Stardust“. Arriva finalmente il turno di un grande classico, “Ravenheart“, cantato a grande voce dal
pubblico; poi un passo nel presente con il brano “Voyage of the Fallen” e di nuovo un brano da
Neverworld’s End, “Cursed“.
La band saluta il pubblico, ma ritorna sul palco con grandi applausi per
un’ultima canzone, la bellissima “Valentine“. La band è in grande forma, la setlist non lunghissima,
ma con una scelta di brani abbastanza carichi e coinvolgenti, anche se magari i fan di vecchia
data avrebbero preferito un paio di canzoni in più dai primi album.