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Nanowar of Steel @ Legend Club, Milano, 24/11/18

Legend Club di Milano. Eppure, nonostante siano innumerevoli i concerti visti qui dentro, raramente sì è vista un’atmosfera simile. Un’affluenza di gente fuori da ogni tipo di immaginazione per il locale in questione: la serata era completamente SOLD OUT, e a mezz’ora dall’esibizione della band di apertura il locale era già completamente pieno, e molte altre persone fuori spingevano per entrare. Per la prima volta, anche al Legend mi sono sentito schiacciato come in una scatola di sardine, proprio come avviene nei grandi locali o nei concerti Open Air. E una cosa sola è certa: NESSUNO è uscito dal locale insoddisfatto a fine serata. Ma veniamo dunque al momento importante: il momento in cui, dopo una lunga attesa addolcita dalle note del penultimo disco di Slash “World on Fire”, entrano in scena gli Atlas Pain. La band milanese è la prescelta per l’esibizione di apertura, ma solo sulla carta: nonostante la scaletta ridotta di 7 brani, il gruppo ottiene fin dai primi pezzi un grande successo tra il pubblico, che si scatena senza freni. Anche loro non riescono a credere a come tanta gente potesse entrare in quel locale. Quando nel finale chiudono la loro esibizione con la cover di “Blue” degli Eiffel 65, tra la folla scoppia il delirio. Con il loro Metal piratesco in stile Alestorm sono riusciti a conquistare tutto il Legend, dimostrando di essere una delle più solide realtà emergenti in questo genere.

Scaletta:

1) The Time and the Muse

2) To the Moon

3) The Storm

4) Ironforged

5) The Counter Dance

6) Once Upon a Time

7) Blue – Eiffel 65 (COVER)

E dopo un super show degli Atlas Pain, non dobbiamo tergiversare a lungo per veder finalmente salire sul palco i veri protagonisti della serata: i Nanowar of Steel, pronti a presentare il loro nuovo disco “Stairway to Valhalla”. Dopo l’introduzione, la band romana apre le danze con “Barbie, Milf Princess of the Twilight”, un brano tratto proprio da questo disco. È incredibile la quantità di energia che si concentra man mano nel locale, uno show davvero fantastico.

Con una scaletta totale di 16 brani, i Nanowar radono al suolo il Legend, e la festa sembra non finire mai. Tra i titoli più attesi troviamo sicuramente i due nuovi singoli “Call of Chtulhu” (già presente nell’ultimo album) e “Sottosegretari alla Presidenza della Repubblica del True Metal”, dove nel testo i nostri beniamini romani si sono divertiti a citare dai Dream Theater a Bello Figo Gu, fino ad arrivare ai Marduk, ma non solo. Presenti anche le tanto acclamate “Bestie di Seitan” e “L’Opelatole Ecologico”, che come da pronostico hanno riscosso un enorme successo. Il povero locale sembra chiedere pietà. L’entusiasmo è implacabile, e nonostante le energie del pubblico sembrano ormai finite, nessuno ha la minima intenzione di tornarsene a casa senza i due grandi cavalli di battaglia dei Nanowar: è il turno di “Feudalesimo e Libertà” e “Giorgio Mastrota”, durante le quali nessuno si risparmia a canti folli e festeggiamenti illimitati.

Che lo show sia stato più che stratosferico l’abbiamo già detto in tutte le salse, ma veniamo però alle note negative della serata: per quanto il Legend sia un locale più che valido (uno dei migliori a Milano e in tutta Italia), soprattutto dopo la recente ristrutturazione, probabilmente non era adeguato per ospitare uno show del genere. Sarebbe forse stato meglio spostare la serata sul palco piccolo dell’Alcatraz che, oltre a permettere una maggiore affluenza al pubblico, avrebbe dato la giusta importanza al livello della band. Fortunatamente si tratta solo di un dettaglio che non ha in alcun modo rovinato la serata a nessuno.

Scaletta:

1) Intro

2) Barbie, Milf Princess of the Twilight

3) 400 Calci

4) Call of Chtulhu

5) To Kill the Dragon

6) Barbagianni

7) Bestie di Seitan

8) Viennetta

9) Uranus

10) Sottosegretari alla Presidenza della Repubblica del True Metal

11) L’Opelatole Ecologico

12) Metal

13) Feudalesimo e Libertà

Encore:

14) Master of Pizza

15) Giorgio Mastrota

16) Odino & Valhalla