Prendete una boccata d’ossigeno sulla vetta dell’Everest. Bevete un sorso d’acqua fresca dal lago Titikaka. Sdraiatevi a prendere il sole nel bel mezzo di una foresta tropicale. Chiudete gli occhi e viaggiate. Questa è la forza di quest’album, riprendere i fili e le emozioni sperimentate nei migliori anni settanta e farvele di nuovo provare nel nuovo millennio senza per questo risultare nostalgico o una mera fotocopia. I Trail of Dead riescono nell’impresa di far quadrare tutti i loro intenti artistici, con il cuore saldamente ancorato alle lezioni di Pink Floyd e Rush e la mente proiettata nel futuro, riuscendo a confezionare un disco quantomai personale e che potrebbe diventare un punto di riferimento per chi ama certe sonorità. Mai come questa volta il concetto di Arte a tout court è azzeccato, in quanto il frontman Conrad Keely si occupa di tutto l’artwork dell’album. Un’opera anche in questo caso maestosa, un incrocio tra costumi vittoriani, astronavi e animali antropomorfi. Tra l’altro nell’edizione in lp (che vi consiglio caldamente) trovate ben sedici pagine della graphic novel dello stesso Keely che arricchiranno ulteriormente l’esperienza sensoriale. Vedere per credere! Mi risulta molto difficile analizzare singolarmente ogni brano che compone l’opera, in quanto come ogni concept album che si rispetti va analizzato nella sua interezza. Il disco in sè è un piatto dai sapori quantomai variegati, si passa da momenti strumentali molto dilatati che spesso sfociano in crescendo epici, e allo stesso modo voci soffuse e melodiche si alternano a sfuriate e a volte vi sorprenderete della potenza nelle urla. Il disco scorre via piacevolmente grazie alle soluzioni adottate dai musicisti, sempre orginali e in grado di regalare notevoli sorprese ascolto dopo ascolto. La registrazione è stata fatta in Texas dai Trail of Dead stassi e dal rinomato produttore Chris “Frenchie” Smith, anche chitarrista dei Young Heart Attack, indubbiamente essenziale nel mantendere in equlibrio la band tra etereo e solido. La cosa che mi ha stupito di più è la potenza delle chitarre: alternati a viaggi psichedelici di synth e tastiere ci sono sempre momenti dove irrompono le chitarre, corpose e robuste, a ricordarci che i Trail of Dead saranno sempre un gruppo rock sanguigno. Personalmente parlando, Tao of the dead è la sopresa e finora il disco del 2011. Un disco da ascoltare, amare, e che vi farà viaggiare come una nuvola nel vento.
…AND YOU WILL KNOW US BY THE TRAIL OF – Tao Of The Dead
…AND YOU WILL KNOW US BY THE TRAIL OF - Tao Of The Dead
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Tracklist
01 - Introduction: "Let's experiment"
02 - Pure radio cosplay
03 - Summer of all dead soul
04 - Cover the days like a tidal wave
05 - Fail of the empire
06 - The wasteland
07 - Spiral jetty
08 - Weight of the sun
09 - Pure radio cosplay (reprise)
10 - Ebb Away
11 - The fairlight pendant
12 - Know your honor
13 - Rule by being just
14 - The ship impossible
15 - Strange epiphany
16 - Racing and hunting
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Lineup
Conrad Keely - voce, chitarra, batteria, tastiere
Jason Reece - voce, chiatarra, batteria
Autry Fulbright - basso, voce
Aaron Ford - batteria
- GenereProgressive Rock
- Anno2011
- Casa discograficaSuperball Music
- Websitehttp://www.myspace.com/trailofdead