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AVANTASIA – Moonglow

Gli Avantasia potrebbero essere paragonati a uno di quei circoli più o meno esclusivi che raggruppano attempati signori dediti ai loro passatempi preferiti.

In questo caso il passatempo è la musica e il club vede l’adesione di una parte rispettabile dell’aristocrazia metallica del terzo millennio: aldilà del simpatico mastermind Tobias Sammet, partecipano a questo nuovo capitolo leggende come Geoff Tate (Queensryche), Michael Kiske (Helloween), Hansi Kürsch (Blind Guardian), Bob Catley, ma la lista di musicisti coinvolti, comprendente solo tra le voci anche Mille Petrozza, Candice Night e Jørn Lande, appare quasi infinita.

E il risultato finale? Beh, come ogni circolo che si rispetti, gli Avantasia con “Moonglow” palesano senza remore tutte quelle caratteristiche che, a seconda dell’ascoltatore, possono apparire come pregi o come difetti. La musica è pomposa ed epica come da tradizione, e in qualche passaggio la sensazione è quella di essere in un gigantesco musical metallico, tra inseguimenti vocali, cori maestosi e tastiere cangianti. La capacità compositiva di Sammet non è venuta meno, e i brani presentano al loro interno parti decisamente orecchiabili, anche se si ha la sensazione che a volte la macchina “Moonglow” tenda all’eccesso, risultando a tratti pesante.

D’altronde, qua dentro l’horror vacui non piace a nessuno, e allora ben vengano l’apertura da dieci minuti di “Ghost in the Moon”, i duelli vocali infiniti in “Book of Shallows” o in “The Piper at the Gates of Dawn”, e gli echi medievali di “The Raven Child”, singolo dalla durata superiore almeno tre volte alla media dei singoli odierni. E, per spezzare un po’ l’aura cerimoniale creatasi nei minuti precedenti, la cover di “Maniac” posta praticamente a chiusura dell’album.

Ben vengano, certo, a patto che siate già amanti del genere.

  • 7,5/10

  • AVANTASIA - Moonglow


  • GenerePower Metal
  • Anno2019
  • Casa discograficaNuclear Blast