Come dicevamo nella recente intervista ad Alex Staropoli, gli ultimi anni in casa Rhapsody sono stati piuttosto movimentati. La dipartita di Luca Turilli prima e di Fabio Lione poi hanno certamente scosso il gruppo triestino, ma il tastierista e fondatore non si è perso d’animo e ha dato vita al nuovo corso dell’ormai leggendaria band italiana.
E così, forti di un nuovo cantante, Giacomo Voli (che ormai non è più così fresco, considerando che il suo ingresso nella line up è avvenuto più di due anni fa), e di una rinnovata vena creativa (che passa anche dalla nuova saga presentata con questo disco), i Rhapsody of Fire fanno il loro ritorno sulle scene con “The Eighth Mountain“, disco che non tradisce le aspettative.
I fan infatti difficilmente potranno rimanere delusi: in questo album c’è tutto quello che ci si aspetta dai Rhapsody of Fire, a cominciare dalla ben nota pomposità e magniloquenza delle loro canzoni, passando per epiche cavalcate veloci come nella miglior tradizione del power metal.
Per l’occasione, sembra che i brani, sempre piacevoli, abbiano un approccio più diretto e maggiormente chitarristico, in diversi punti dell’album (“Master of Peace” ne è un chiaro esempio, ma anche “Clash of Times“, dall’intro vagamente malmsteeniana, è emblematica). Anche l’immancabile suite conclusiva, “Tales of a Hero’s Fate“, nonostante lunghezza, variazioni e orchestrazioni varie, sembra perfetta anche per essere (quasi) agilmente riproposta in sede live.
E Giacomo Voli? Beh, la performance del nuovo cantante è perfetta, priva di sbavature, e la sua voce è chiaramente adatta al ruolo che riveste. A questo punto, è chiaro che la nostra recensione può andare solo in una direzione. Congratulazioni ai Rhapsody of Fire per questo nuovo tassello aggiunto alla loro ormai più che ventennale carriera discografica, e un consiglio a tutti gli amanti di queste sonorità: fate vostro quest’album.
