AZURE AGONY – Beyond Belief

Che dire se non che questi quattro friulani, freschi di contratto con la SG Records, ci sanno davvero fare. Beyond Belief è un album progressive interamente strumentale (scelta rischiosa a mio avviso ma apprezzabile) con qualche tinta sperimentale che non guasta e che già dal primo ascolto coinvolge senza essere immediato e senza scadere nella banalità.
È sempre un piacere per me scoprire album del genere di produzione nostrana e il giudizio non può che essere positivo. L’unica pecca si riscontra nell’utilizzo di atmosfere che troppo ricordano i nostri amati/odiati Dream Theater, e che all’orecchio dell’ascoltatore attento non passano inosservate. Non si tratta certo di un caso isolato.. lo stesso discorso vale per moltissime altre band progressive. Per citare un esempio mi balzano subito alla mente i norvegesi Circus Maximus, che con il loro primo (e comunque ottimo) album The 1st Chapter avevano ricalcato gli ormai fin troppo noti lavori dei cinque statunitensi. Si trattava però di un punto di partenza, brillantemente superato con il secondo Isolate, il quale assume un’impronta più personale, in alcuni brani più death, in altri addirittura più hard rock. C’è da sperare che possa essere il caso degli Azure Agony: le premesse sono ottime ma manca una direzione più personale. L’intro à la Scenes from a Memory tracce di One Last Time nell’ultimo brano The Last City, per non parlare di Mystic Interiors dove si sentono influenze addirittura da buona parte della discografia dei DT.. ciò può funzionare per un esordio, ed è giustificabile, ma per le potenzialità dimostrate in futuro ci si aspetterebbe qualcosa di diverso, che son sicura ci sarà.
A parte ciò, ho trovato suggestive le sonorità orientaleggianti di Ante Tentora, uno dei brani più inreressanti insieme a Mystic Interiors e Secret Gateway. Ogni tanto si sente un po’ la mancanza del cantato e rimane qualche “vuoto”. Ma a parte questo nel complesso si tratta di un buon lavoro… vedremo che riserverà il futuro.