Cosa spinge una band a unirsi a un movimento o a seguire una certa scena? E’ una scelta precisa e oculata in base alle proprie capacità oppure è semplice furbizia nell’analizzare il mercato musicale? E soprattutto, perché solo una minima parte di queste riesce ad essere appetibile e il resto termina nel dimenticatoio?
Chiedo venia per l’incipit troppo invadente, ma per analizzare questa reissue è doveroso partire più a monte…in primis, i Blood rappresentano uno degli act dediti al death/grind più vecchi e longevi, avendo avuto origine nel 1986 ovvero proprio quando la palesizzazione dei generi estremi è stata concepita. Prendendo lezione dai maestri della terra d’Albione, i quattro tedeschi hanno imbastito numerosi demos per poi arrivare nel 1993 a forgiare questo “O Agios Pethane”, una delle meglio cose partorite da Taki e soci. Lo status particolarmente rude e core della proposta musicale fa sorridere oggi, anche dopo la ripassatina in consolle per questa uscita, ma è degno comunque di considerazione specie per chi è appassionato del genere o per i neofiti corers appassionati di ‘storia’.
La produzione rimane minimale anche in questo caso, portando in auge la selvaggia ambizione dei quattro grindheads…le performance sono comunque più che decenti e la resa finale di pieces come “Cannibal Ritual”, “Punishment”, “By The Way Of Grace” e “Stream Of Anguish” rimane convincente e ben assimilabile.
Adatto a chi non si preoccupa tanto della classificazione e a chi ha fatto di questo genere una passione e una fede. “O Agios Pethane” colpisce a pugni chiusi e sanguinanti senza lasciare un secondo di respiro, portando un leggero alone vintage.