Ho sempre avuto la convinzione che si possa imparare da tutti, a questo mondo…in positivo o negativo che sia, è importante riuscire a concepire un’opinione in merito all’operato di chiunque, provando ad immedesimarvisi prima di colpire con l’innata ferocia dell’inquisizione verbale che sembra prendere sempre più piede.
Se provaste a calarvi nei panni dei Bloody Hammers credo che potreste apprezzarne maggiormente l’arte…il duo torna a far parlare di sé grazie ad un ep che suona come la soundtrack di un film horror, dove l’inscenazione noir/occulta tipica di Anders Manga e Devallia ovviamente gode di predominio. Le songs suonano come un rock/metal oscuro e trascinato, reso un po’ poco coeso da un mixing non sempre indovinato, con il compito di far scendere l’ombra ammalliante della paura sugli ascoltatori.
La sacralità di “Gates Of Hell” o “The Beyond” si scontra con episodi più difficili come “Blood”, mentre tutta la seconda parte rimane una spanna sopra, dove “Vultures Circle Overland” e “The Bloodsucker Leads The Dance” fanno la parte dei leoni. Cito a parte l’altalenante “All The Colors Of The Dark” grazie ai richiami a quella scena dark anni 80 che non annoia mai.
Trecento copie, rigorosamente viniliche, aspettano ogni fan del gruppo…gelidi e malsani, forse un po’ tamarri per via dei cliché da b-movie degli anni d’oro, i Bloody Hammers non sono altro che l’arte stessa che propinano, ovvero una lenta discesa verso quegli angoli dell’animo umano di cui non vorremmo mai parlare.