La scoperta di nuove realtà musicali, specialmente ai giorni nostri, è un’impresa di non facile realizzazione; con il continuo bombardamento mediatico, dove ogni giorno esce un quantitativo di album non indifferente, scernere ciò che piace da ciò che non piace può rasentare l’impresa e spesso quando ci si approccia ad una band si scopre che il loro catalogo è già discretamente consistente.
Per cui, armato di grande curiosità, mi approccio ai Crazy Lixx e alla loro quinta fatica…quindici anni di carriera vissuti nell’amore per l’hard rock anni 80, dove quadratura ritmica e semplicità strutturale erano delle prerogative vincenti sulle quali incidere cori melodici di facile presa ma dalla non facile realizzazione, e ciò che “Ruff Justice” porta in corpo è un forte sentimento che entra nel profondo man mano che gli ascolti aumentano; il quintetto svedese potrebbe tranquillamente essere posto ad esempio per chi si vuole muovere nel mondo rock attuale: scopri la tua passione, impara dai grandi maestri e personalizza la tua proposta.
La produzione è calda e impattante come da copione, capace di far battere il piede a ritmo senza sacrificare un velo di modernità; i suoni sono puliti e roventi, ben amalgamati da un mixing indovinato, mentre le performance esternano un combo che suda e dà tutto nel nome della resa finale delle songs, dove Danny Rexon e le due nuove asce Olsson/Lundgren si meritano una standing ovation.
E’ inutile girarci tanto attorno con paroloni e ricercatezza nelle terminologie, “Ruff Justice” è un album che va affrontato a mente libera e con voglia di divertirsi…”Wild Child” “Walk The Wire” “Snakes In Paradise” e “Live Before I Die” sono inni dall’avvincente ruffianità ma dal grande carattere, dove l’importante è godersi il ‘momento’. “XIII” “Shot With A Needle Of Love” “Killer” e “Kiss Of Judas” rimangono i capitoli migliori del contesto grazie a combinazioni easy e cori di grande effetto, surclassati solamente dal lentone “If It’s Love” che da sola vale il prezzo del disco.
I Crazy Lixx badano al sodo e regalano una decina di songs calamitiche, colpendo in pieno stomaco anche lo sleazer più scafato; “Ruff Justice” è un premio sia per la band che per i fans del genere, lasciando presagire che per il futuro della scena ci sono ancora molte porte da aprire. Cazzuti.