Oggi il live rappresenta la cartina tornasole di una band…con i potenti mezzi a disposizione negli studi è praticamente impossibile scernere chi merita da chi imbroglia, per cui è nel palco che si nasconde la verità; perché tutta la produzione del mondo non può sopperire al groove e all’impatto che i musicisti possiedono e vivono assieme al pubblico.
I DGM hanno lo stage nel sangue e ne respirano la forte brezza vissuta…considerati ormai come veterani della scena prog metal mondiale, i cinque nostrani ritornano a pochi mesi dall’intenso “The Passage” con un doppio live album, che vuol certamente battere il ferro finché è caldo, ma che vuol dimostrare come questa macchina sia ben oliata e funzionante…entrambi gli shows, lo scorso anno al Live Club di Trezzo (cd1) e nel 2014 al ProgPower Fest di Atlanta (cd2), hanno carattere e trasporto sotto ogni aspetto valutabile.
La produzione è moderna e avvincente, capace di mantenere vive le dinamiche che si creano durante i concerti…i suoni sono possenti graffianti, aiutati da un affiatamento esecutivo che poche band compatriote possono vantare e da un mastering che sa spingere nel posto giusto al momento giusto. Marco Basile è soprafino nelle interpretazioni così come il duo Mularoni/Casali riesce a bilanciarsi tra soli e melodie con facilità incredibile, lasciando ai ‘gregari’ Arcangeli/Costantino l’arduo compito di sorreggere le strutture e di renderle trascinanti.
Azzeccata anche la scelta delle scalette, dove la sola “Reason” viene a trovarsi in entrambe le situazioni..lo show di Milano abbraccia maggiormente la presentazione di “The Passage”, dove troviamo canzoni come le due parti di “The Secret” e “Fallen” sugli scudi, mentre lo show di Atlanta va a pescare dalla discografia della band capitoli come “Numb” “Heartache” e “Trust” che ci mostrano la crescita del combo nei quasi vent’anni di carriera.
“Passing Stages” è un live appetibile sia da chi è fan sfegatato dei DGM sia da chi ha intenzione di avvicinarsi alla loro proposta…prospettiva compositiva, caratura esecutiva e una buona dose di scapoccio sono ingredienti che non dovrebbero mai mancare nel mondo rock.