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ENDOLITH – Chicxulub -The Fossil Record

Giungono al secondo album i norvegesi Endolith, che con “Chicxulub – The Fossil Record” danno vita a una sorta di interessante saga death metal basata, a livello tematico, sull’estinzione dei dinosauri (Chicxulub è il nome della località dello Yucatán dove si trova il cratere che avrebbe contribuito a causare l’estinzione dei dinosauri).

Descrivere solo così gli Endolith, però, è decisamente riduttivo. In realtà lo stile dei norvegesi dona una particolare linfa vitale al disco, facendolo stare in bilico tra la modernità delle chitarre, basse, groovy, dissonanti, e l’epicità quasi cinematografica di certe orchestrazioni, mai troppo ingombranti o retrò, ma sempre nel posto giusto al momento giusto.

La proposta risulta piuttosto personale e azzeccata: non si tratta di un disco di facilissima assimilazione, ma i repentini cambi di struttura mantengono vigile l’orecchio dell’ascoltatore; si parte da tracce aggressive come “Bloodfiends in Chicxulub” e “Ichthys” per arrivare ad atmosfere più sognanti (“Diseasons”), passando per il futurismo di “KPg Impactor”, con qualche eco di avantgarde qua e là. Il tutto, va segnalato, è impreziosito non solo dal buon gusto in sede di songwriting, ma anche dalla raffinatezza nell’esecuzione, sia a opera degli Endolith che dei musicisti esterni coinvolti (tra gli ospiti del disco figura il celebre violista e violinista scandinavo Henning Kraggerud).

E sul finire, per chi non fosse già rimasto colpito dal disco in questione, l’edizione in vinile ci mostra una versione molto personale di “Earth Died Screaming” di Tom Waits, perfettamente riuscita e in linea col tema dell’album.

Che dire: bravi Endolith, il 2019 è appena iniziato ma “Chicxulub – The Fossil Records” si candida già come una dei migliori 10 uscite dell’anno.

  • 9/10

  • ENDOLITH - Chicxulub