Cari lettori amanti del folk metal festaiolo…alzatevi, aprite la dispensa e acchiappate una birra, poi sedetevi e fate partire il nuovo disco dei Trollfest intitolato “Norwegian Fairytales”. Non vi servirà altro per passare una quarantina di minuti spensierati in compagnia di troll e altre figure mitologiche appena sbucate dalle foreste nordiche. Siamo infatti di fronte ad un concept album (il titolo già ce lo spiega), in cui ognuna delle tracce corrisponde a un racconto diverso tratto dal folclore norvegese, narrato da un gran numero di strumenti e voci diverse, come personaggi in una recita.
Non vi esaltate però, perché anche se l’idea di fondo è abbastanza stuzzicante, quello che sentirete non è granché di nuovo e non è nemmeno troppo originale. L’album è composto da brani piacevoli e allegri, che se presi singolarmente, sono anche abbastanza interessanti. Ci sono tracce più o meno lunghe, caratterizzate in generale dall’utilizzo di alcuni strumenti tipicamente folk particolari (che sia il violino, la fisarmonica o il piano ad esempio), così come da variazioni di tempo e dalle interpretazioni diverse delle voci, che sono probabilmente il pregio più grande dell’intero lavoro.
Tra i brani più forti sicuramente il primo “Fjøsnissens Fjaseri”, dal ritmo trascinante e dai cori divertenti, un ottimo brano simpatico con cui cominciare il disco. “Fanden Flyr” ha il vantaggio di presentare una voce femminile dispettosa, a tratti malefica e a tratti melodiosa, che distingue la canzone dalle altre e ne fa valere l’ascolto. Tra i pezzi più tosti invece “Småfolkets Store Bagder” che è sicuramente il brano perfetto per la sede live, con il suo giusto mix tra materiale da headbanging e sinfonie folk.
Il fatto è che, purtroppo, tutti i brani ascoltati in fila perdono la verve che hanno se considerati separatamente. L’album è quasi un inventario del folk metal degli ultimi dieci anni; senza stare qui a fare nomi, non potrete evitare di scorgere richiami ad altre band dello stesso genere, un calderone di quello che siete già abituati a sentire quando vi presentate a un festival folk metal. Un album del genere se non è nelle vostre vene potrebbe stufarvi presto. Se invece siete in vena di fare baldoria…allora alzate pure il volume.