Non accade quasi mai che io ritardi così tanto con una recensione: questo “The Quantum Enigma” mi ha richiesto mille ascolti prima di poter capire bene che cosa pensassi dell’album. Motivo? Risulta molto complesso, musicalmente parlando, e difficile da digerire, a eccezione forse di due tracce, soprattutto se ascoltato interamente.
Reduci da undici anni di carriera con rispettivo festeggiamento del traguardo dei dieci anni con l’evento “Retrospect” e l’uscita del relativo DVD, gli olandesi Epica ritornano con questa nuova produzione, a seguire “Requiem For The Indifferent”. C’è da dire che dopo “Design Your Universe”, il mondo dei fan degli Epica si è diviso in due: c’è chi oltre a quel disco non riesce ad andare, perchè lo considera l’apice della loro bravura, e chi, invece, ha apprezzato il predecessore di “The Quantum Enigma” e che quindi riuscirà a farsi piacere anche questo. Si parla sempre di un sound pesante, ma molto più “pulito” grazie alla produzione ottima dovuta all’intervento di Joost Van den Broek.
Per quanto riguarda le tracce, ne possiamo trovare subito qualcuna di facile ascolto come “The Second Stone“, il singolo “Unchain Utopia” , “Canvas Of Life” che ci era già stata presentata in versione acustica durante le session a New York, o di meno digeribile ad un primo impatto e che devono essere ascoltate più volte come “Natural Corruption“o “Chemical Insomnia“.
Vocalmente parlando, i growl di Mark Jansen sono diminuiti mentre la voce di Simone Simons è notevolmente migliorata e raggiunge note molto alte in tracce come “Unchain Utopia“, “Reverence – Living in the Heart” o “Natural Corruption“.
Un disco sicuramente migliore del precedente per la produzione decisamente valida, ma non perfetto per il solito sound aggressivo che gli Epica stanno già sperimentando dall’album precedente. Per carità, molti possono apprezzarlo (io stessa li adoro in questa versione ndr) però siamo sempre limitati dalla monotonia, uscire un po’ e sperimentare altro sarebbe stato più una “novità” per una nuova produzione, ma queste sono scelte stilistiche su cui non si può discutere. Più che un disco nuovo, sembra veramente la versione migliorata a livello di suoni e equilibrio di voci e cori di “Requiem For The Indifferent”. Purtroppo questo un po’ influenzerà la votazione, è un buon album ma non porta novità, solo miglioramenti; non sono contro quelle band che sfornano album con stesso sound per anni, ma mi aspettavo un qualcosa in più da questo “The Quantum Enigma”, tutto qui.