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EQUILIBRIUM – Armageddon

Dopo quasi quindici anni di produzione di musica folk metal di qualità, gli Equilibrium arrivano al loro quinto full lenght in studio ‘Armageddon’, in cui si intravede una vena più dark della band, ma allo stesso tempo rispecchia anche la voglia di celebrare la vita divertendosi. Vediamo più in dettaglio.

Il preludio “Sehnsucht” introduce questo opus in maniera molto magnificente e apre a “Erwachen” che si sviluppa nella sonorità ormai tipica degli Equilibrium, tra tastiere e fiati tipicamente folk, chitarre pesanti e ritmi serrati.

Katharsis” è una delle tracce più ‘serie’ e pesanti dell’album, a mio avviso non troppo ben posizionata come terza canzone nel record (sarebbe stata molto più azzeccata in penultima posizione ndr.), ma sicuramente una delle migliori: atmosfere folkloriche malinconiche e melodie catchy sono ben messe insieme da un’esecuzione impeccabile.

Segue una serie di canzoni più giocose in cui elementi moderni quasi industrial, tali che a tratti sembra sentire lo zampino di Peter Tagtgren (Pain, Hypocrisy), mischiati a sonorità folk molto saltellanti e goliardiche, come ad esempio in “Born To Be Epic” che altro non è che una canzone da festa, pensata per intrattenere negli spettacoli live. “Zum Horizont” invece si mantiene più sulle sonorità tradizionalmente folk, con elevati bpm e ritmo saltellante. L’atmosfera si mantiene giocosa anche in “Rise Again”, altra canzone perfetta live che non mostra tutto il potenziale nell’album.

Per un momento si torna seri con “Prey” che assume sonorità più pesanti e dure con uno dei riff più pesanti dell’album che però conserva tutta l’essenza Equilibrium, ma l’atmosfera di distesa leggerezza torna a dominare con “Helden” che altro non è che un’ode ai videogiochi, partendo con una tastiera futuristica alla Deus Ex per sentire un chiaro “Fus-Ro-Dah” e un altro Thu’um di Skyrim, un omaggio a Super Mario Bros. con il suono di un salto durante il famoso gioco e poi tastiere dalla sonorità 8 bit; tutto immerso in un contorno di chitarre pesanti tale che o la ami o la odi.

La chiusura dell’album è affidata a “Eternal Destination”, una canzone lunga più di 7 minuti, pervasa da una sonorità fin troppo solenne, con ritmo cadenzato e melodie magnificenti che finiscono in un lungo fade-out.

Questo album può essere assimilato a un dipinto frettoloso ma ben fatto di un paesaggio tranquillo di montagna in una giornata soleggiata con una cornice grande, pesante e solenne, quasi esagerata, che non si adatta benissimo al paesaggio: dunque, non è un brutto lavoro, anzi, è piacevole, ma l’accostamento di atmosfere così diverse non convince pienamente. Nel complesso però è un buon lavoro, piacevole che porta avanti bene la produzione musicale della band.

 

  • 7 /10

  • EQUILIBRIUM - Armageddon

  • Tracklist

    01. Sehnsucht

    02. Erwachen
    03. Heimat
    04. Katharsis
    05. Born To Be Epic
    06. Zum Horizont 
    07. Rise Again
    08. Prey
    09. Helden
    10. Koyaaniskatsi
    11. Eternal Destination

  • Lineup

    Robert 'Robse' Dahn: Vocals

    René Berthiaume: Guitar, Keyboard, Production
    Tuval 'Hati' Refaeli: Drums
    Dom R. Crey: Guitar, Vocals
    Makki Solvalt: Bass