Se c’è un gruppo che, nel corso di una carriera più che ventennale, non ha mai deluso le aspettative, questo gruppo sono gli Evergrey. Certo, per qualcuno “Torn” e “Glorious Collision” sono stati un po’ inferiori qualitativamente parlando rispetto al resto della discografia degli svedesi, ma si trattava pur sempre di album godibili e ben costruiti, nonostante le critiche provenienti da diverse parti.
E arriviamo oggi all’ultimo capitolo della trilogia iniziata 5 anni fa con “Hymns for the Broken“; “The Atlantic” è un disco che ancora una volta non delude le aspettative, anzi entusiasma l’ascoltatore e si lascia apprezzare in tutta la sua profondità ed emotività, in una lunga navigazione oceanica evocata già dal concept e dalla bella copertina.
Proprio come in un lungo e tempestoso viaggio in mare, percorrere i solchi di questo disco è come essere costantemente sbattuti tra emozioni diverse, a partire dalla dura “A Silent Arc“, per proseguire con le atmosfere cupe di “A Secret Atlantis” e con il velo malinconico e sognante di “End of Silence“. La meravigliosa delicatezza di “Departure” lascia il posto alle atmosfere ancora burrascose e marine di “The Beacon“, mentre il finale è lasciato alla rocciosa e immediata “The Ocean“, a degna chiusura di un album pressoché perfetto e senza punti deboli.
A questo punto ci si sente di consigliare a tutti, non solo ai fans di vecchia data o agli amanti delle sonorità malinconiche e di certo progressive, “The Atlantic“. Certe parti sono di facile accesso, mentre per altre ci vorrà del tempo, forse, ma affidarsi alle onde di questo disco, per restare in tema, è un’esperienza che vale assolutamente la pena provare.