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NAILED TO OBSCURITY – Black Frost

Inizio interessante per questo 2019. Devo essere sincero ed ammettere che prima di questo “Black Frost” (primo album sotto Nuclear Blast) non avevo mai sentito i Nailed to Obscurity, quintetto tedesco, proveniente da Esens, ed attivo dal 2005.

Molti detrattori della band parleranno di poca originalità (o peggio ancora, personalità) e di essere entrati – ormai da anni, questo è il quarto album della band – in quel filone dove regnano nomi quali Opeth (proprio da loro sembra provenire la maggiore ispirazione, senza però raggiungerne la complessità compositiva), Katatonia, My Dying Bride e Paradise Lost. Eppure la band riesce a dare una propria interpretazione al genere: i Nailed to Obscurity creano momenti di armonia alla quale sovrappongono una intensa oscurità; oscurità che riesce a trasmettere disperazione e disagio contrapponendosi ma anche integrandosi con la ricercatezza degli arrangiamenti. Niente, in questo disco, sembra essere lasciato al caso: l’album è ottimamente prodotto (in particolare molto piacevole la scelta dei suoni per la sezione ritmica); le chitarre risaltano senza però imporsi troppo; risulta godibile dall’inizio alla fine, raggiungendo i massimi livelli nella title track “Black Frost”, in “The Aberrant Host”, “Cipher” e “Resonance” (la mia preferita).

Impeccabile la prova del front-man Raimund Ennenga, che passa dal pulito (dove spesso mi ha ricordato Jape Perätalo dei finlandesi To/Die/For) al growl (qui invece molto più vicino a quello di Nick Holmes) con estrema naturalezza, e che riesce ad emozionare e coinvolgere l’ascoltatore.

Sicuramente questo “Black Frost” non entrerà nella storia della musica e come alcuni direbbero non rappresenta “niente di nuovo sotto al sole”, ma sapete cosa? Io me lo sono goduto e lo consiglio non solo agli amanti del genere.

  • 7,5/10

  • NAILED TO OBSCURITY - Black Frost


  • GenereDoom Metal
  • Anno2019
  • Casa discograficaNuclear Blast