Il mondo del metal è bello perchè riserva continue sorprese: ci sono dischi che si aspettano con ansia e trepidazione, carichi di aspettative, con nomi altisonanti, che si rivelano poi poco entusiasmanti o deludenti. Ci sono poi i gruppi come i Kissin’ Dynamite, che ascolti quasi per caso, giovani e promettenti è vero, ma senza gridare al miracolo, che sfornano all’improvviso un album come “Megalomania“. Il titolo è azzeccato perchè credo che questo gruppo abbia messo tutto se stesso in questo lavoro e si sia giocato tutte le carte per il futuro. E i Kissin’ Dynamite escono da questa scommessa assolutamente vincenti.
Il gruppo capitanato dal biondissimo Hannes Braun è cresciuto in maniera incredibile, dopo un interessante ma non memorabile debut album “Steel Of Swabia“ (2008), la band ha prodotto altri due lavori più originali e godibili, “Addicted To Metal“ (2010) e “Money, Sex & Power“ (2012), caratterizzati da un buon hard rock con punte street e glam ma ben lontani dalla qualità di questo nuovo “Megalomania“.
Mentre inizio ad ascoltare l’album con un moderato entrusiasmo e contenuta curiosità, l’opening track “DNA” mi strappa letteralmente da tutto il resto ed esige attenzione: ma sono davvero i Kissin’ Dynamite? L’energia sviscerata è potente, la canzone è dura e diretta, senza tanti fronzoli, con un heavy metal molto tradizionale, ovviamente di scuola teutonica, che lascia davvero stupiti. La band mette subito le cose in chiaro, qui si fa sul serio. La grande esperienza live accumulata negli ultimi due anni è evidentemente la molla giusta che ha spinto il gruppo al salto di qualità, come conferma la seguente “Maniac Ball“, corposa e rocciosa al punto giusto. “VIP In Hell” ha un attacco pazzesco e procede molto intensa, molto veloce, con un cantato tiratissimo, inaspettatamente grezzo e ruvido, inframmezzato dal ritornello accattivante. Arriva un attimo di respiro con la bella “Fireflies“, un momento iniziale che guarda agli Europe, per poi trasformarsi in una ballad molto calda e suadente, mai scontata, veramente ben costruita e valida in tutta la sua struttura compositiva.
“Deadly” è un pezzo più vicino al sound tipico della band, semplice ma efficace, parte meno brillante rispetto a ciò che abbiamo ascoltato finora ma nel corso del pezzo c’è posto per un sano irrobustimento e un finale troncato non troppo originale. Ulteriore sorpresa con “God In You“, dove troviamo una contaminazione electro-dark importante, il genere in Germania è molto diffuso ed apprezzato e i Kissin’ hanno imparato bene la lezione, qui la parte più oscura si sposa benissimo con tutto il resto, creando uno dei momenti migliori dell’album.
“Running Free” è un altro pezzo ben studiato nei minimi particolari, con un lavoro incredibile di Jim Müller e Ande Braun che regalano una canzone accattivante e fresca, dal ritmo trascinante che forse getta una leggera ombra sulla successiva “Legion Of The Legendary“, episodio piacevole anche se inferiore al resto delle composizioni, tende infatti ad essere ripetitivo, ma con un buon refrain che rimane comunque subito impresso, candidandosi ad essere un pezzo da rivalutare in sede live.
“The Final Dance” arriva inaspettata, riflessiva e dolcissima, con una menzione speciale per Hannes Braun che in questo lavoro cresce moltissimo, dimostrando pezzo dopo pezzo essere veramente bravo e capace di prestazioni notevoli; non ci è dato di sapere se sia un particolare momento di grazia o un raggiungimento concreto di un più alto livello, ma questo giovane cantante sembra davvero avere tutte le carte in regola per diventare un leader prezioso.
“Ticket To Paradise” è un’ottima uscita di scena, fino all’ultimo momento i Kissin’ Dynamite miscelano perfettamente il loro amore per hard rock, glam e sleaze con una nuova vena più potente e corposa di metal classico, una mossa davvero vincente per un album che si inserisce prepotentemente tra le migliori uscite dell’anno!
