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MARK MORTON – Anesthetic

Un tuffo nella fantasia. L’album che ogni musicista vorrebbe comporre. Un disco capace di spaziare tra sonorità completamente estranee tra loro. Si presenta così il primo progetto solista di Mark Morton, chitarrista dei Lamb of God.

Con una produzione praticamente perfetta, questo album è portatore di un brano estremamente importante per la storia della musica: “Anesthetic” si apre con l’ultimo pezzo registrato in vita da Chester Bennington. Il brano è stato rilasciato come primo singolo dopo la sua morte, in seguito ad un accordo preso tra Morton e la famiglia Bennington. Inutile dire che sentire nuovamente la voce di Chester è qualcosa di estremamente toccante e commovente per tutti coloro che sono cresciuti con i Linkin Park.  “Cross Off” si presenta con una produzione moderna, mischiata a quelle sonorità pesanti che tanto erano mancate ai fan di vecchia data della band ora capitanata da Mike Shinoda. Con questo pezzo Chester ha smentito completamente chiunque l’avesse accusato di aver avuto un calo nell’ultimo periodo.

Dello stesso stampo troviamo anche la seguente “Sworn Apart” che vede alla voce Jacoby Shaddix, frontman dei Papa Roach.

Con delle tendenze più vicine ad un Alternative Rock invece, troviamo “Imaginary Days” (cantata dallo stesso Mark Morton) e “Save Defiance” con la partecipazione di Myles Kennedy. Quest’ultimo forse è l’unico pezzo un po’ sottotono in tutto l’album: ciò che ha fatto Mark Morton è stato mettere a proprio agio i vari cantanti facendo a loro cantare pezzi affini al proprio stile. Anche in questo caso ad esempio, la strofa è molto vicina alle sonorità degli Alter Bridge, ma il risultato complessivo non convince al 100%, nonostante un Myles Kennedy straordinario.

Particolare invece è “Back From the Dead” con Josh Todd alla voce, che unisce alla perfezione Alternative Metal e Hard Rock. Il risultato è sicuramente uno dei pezzi più interessanti del disco.

Caso solitario ma estremamente affascinante quello di “Blur”, cantata da Mark Morales:  con un ritornello orecchiabile, “Blur” è uno di quei pezzi semplici ma che vanno dritti al cuore dell’ascoltatore, ed è facilmente candidabile al titolo di miglior pezzo del disco.

Ad allietare gli animi dell’album ci pensano la semi-ballad “Axis” (ft. Mark Lanegan), la quale presenta un assolo da brividi nel finale, e la ballad “Reveal” (ft. Nahemaah Z. Maddox). In pochi si aspetterebbero di sentire un pezzo del genere in un disco Metal, ma Mark Morton non ha voluto farsi mancare proprio nulla, lasciando tutti a bocca spalancata.

Ultimi, ma assolutamente non ultimi, i due carri armati da battaglia: “The Never” (ft. Chuck Billy & Jake Oni) e “The Truth is Dead” (ft. Randy Blythe & Alissa White–Glutz) che, assieme a “Cross Off” si guadagnano il titolo di pezzi più pesanti dell’album. Il primo dei due sembra quasi uscito dall’ultimo lavoro dei Testament. Con una produzione particolarmente simile, il risultato è altrettanto buono, e “Brotherhood of the Snake” non è certamente un disco che le manda a dire.

Per quanto riguarda “The Truth is Dead” invece, abbiamo finalmente la possibilità di apprezzare nuovamente la voce in pulito di Alissa, purtroppo non utilizzata negli Arch Enemy. Il brano nel suo complesso è estremamente vario, con una progressione di sonorità notevole e un’esecuzione impeccabile.

Un disco che vale sicuramente la pena di ascoltare perché non solo lascia poco spazio alla monotonia, ma ci insegna anche che la musica non ha confini e che non per forza dobbiamo etichettare un progetto in una nicchia sempre più ristretta. Quest’album può essere considerato il punto di arrivo per molti musicisti.

  • 8/10

  • MARK MORTON - Anesthetic