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MAYAN – Quarterpast

Certe premesse ‘bomba’ e un incoraggiante campagna pubblicitaria mi hanno sempre messo la pulce nell’orecchio, forse per esperienze vissute, dove il fumo era tanto ma l’arrosto poco (e per di più bruciacchiato); ma qui si tratta di un personaggio, Mark Jansen, che raramente è riuscito a deludermi nell’arco della sua carriera, anzi nella maggior parte dei casi mi ha fatto gongolare sulle sue riuscitissime songs.

Ecco perché affronto questo suo nuovissimo progetto con coraggio e curiosità, sapendo che al termine di tanti minuti di musica sicuramente avrò imparato qualcosa e goduto di tanta arte; ma ahimè, stavolta le rose non sono fiorite come mi aspettavo. I MaYaN, progetto nato dal talentuoso chitarrista assieme a Jack Driessen, a Frank Schiphorst e (inizialmente) a Sander Gommans, provano l’ebrezza di non porsi limiti nel songwriting, incamerando generi su generi all’interno delle lunghissime e intricate songs. Accompagnati da musicisti più che blasonati e da guest vocalist di fama internazionale, riescono a dipingere questo “Quarterpast” come una nuova frontiera del metal estremo.

C’è di tutto nel songwriting: death metal veloce (a tratti sfosciamo in tempini grind mica male), sferzate thrash di matrice progressiva, cantato operistico, sinfonismi sontuosi e merlettati, growls potenti e cantati puliti! Già, come diceva il mai troppo compianto Ugo Tognazzi ‘sembra che c’è tutto e invece c’è nulla’. Infatti in una così vasta gamma sonora, in molti casi, manca il collante vero e proprio delle strutture che, anche dopo numerosi ascolti (ecco il perché del ritardo nel pubblicare la recensione), proprio non si riesce a estrapolare.

Ed è un vero peccato, specie per il sottoscritto che avrebbe voluto immortalare questa opera. Sui dettagli tecnici non mi soffermo, visto che produzione, mixing e mastering sono a dir poco perfetti; i suoni sono pomposi, tondi e grandi e le performance sono stellari e potenti, ma sotto sotto qualcosa che manca si sente.

Certamente le strutture death/progressive del duo d’apertura “Symphony Of Aggression” e “Mainstay Of Society” ad un primo impatto coinvolgono e si lasciano apprezzare, così come le sontuose “The Savage Massacre”, “Tythe” e “Celibate Aphodite” si ascoltano con gradevolezza specie grazie agli arrangiamenti indovinati…da applausi i poco più di due minuti di “Essenza Di Te” (Laura Macri non deve invidiare nulla alle sue colleghe straniere più famose) e l’apice del disco lo si trova nella conclusiva pseudo-suite “Sinner’s Last Retreat”, dove le idee del terzetto figurano un po’ più incastonabili.

Non un album da bocciare o da giudicare inutile, anzi, probabilmente lo stesso trio necessitava di impostare le basi per aver più chiare le rotte da seguire. Più che sufficiente, adatto a chi ama i gruppi dei rispettivi membri ma che vorrebbe da loro qualcosa ‘in più’.

  • 7/10

  • MAYAN - Quarterpast

  • Tracklist

    01. Symphony Of Aggression
    02. Mainstay Of Society
    03. Quarterpast
    04. Course Of Life
    05. The Savage Massacre
    06. Essenza Di Te
    07. Bite The Bullet
    08. Drown The Demon
    09. Celibate Aphrodite
    10. War On Terror
    11. Tithe
    12. Sinner's Last Retreat


  • Lineup

    Mark Jansen: Vocals
    Jack Driessen: Keyboards
    Frank Schiphorst: Guitars
    Isaac Delahaye: Guitars
    Rob Van Der Loo: Bass
    Ariën van Weesenbeek: Drums
    Floor Jansen, Simone Simons, Henning Basse and Laura Macrì: Guest Vocals