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NEGURA BUNGET – Zi

I Negură Bunget sono una di quelle band che non smettono mai di stupirmi, sia per la produzione musicale di qualità eccelsa, sia per il modo in cui personalmente mi fanno prendere il dizionario della lingua rumena in mano e cercare quegli arcaismi pregni di significato che si ritrovano nei titoli e nei versi delle loro canzoni. Sanno andare al di là della musica in sé e fanno dell’ascoltatore curioso un amante della letteratura, delle lingue e del folklore. Sanno come attingere all’immaginifico della tradizione e mettere tutto in musica in modo perfetto.

Ed ecco, più di un anno dopo “Tău”, arriva la seconda parte della “Trilogia Transilvăneană” ( la Trilogia Transilvana), “Zi”. Se “Tău” si proponeva come una celebrazione della natura e dei paesaggi della Transilvania, “Zi” si concentra sugli aspetti mistici di quella terra, un misticismo panteistico-naturalista egregiamente trasformato in musica.

Tul-ni-ca-rind” è il primo brano dell’album e anche la canzone del primo videoclip musicale rilasciato in anteprima. Già il titolo allude a un’antica pratica pastorale di suonare il “tulnic”, uno strumento a fiato tradizionale simile al corno alpino, e infatti inizialmente si viene avvolti dal suono del tulnic e di un semantron (o “toaca”) per poi sentire lo scoppio di energia in un maestoso suono distorto di chitarre e batteria con ritmo cadenzato.

Grădina Stelelor” e “Baciu Moşneag” sono due tracce che hanno un suono più classico tipico Negură Bunget, con distorsioni taglienti e doppio pedale frenetico, ma con più clean vocals, cosa che non a tutti potrebbe andare a genio, d’altra parte sono estremamente curate nella creazione dei riff e delle melodie arpeggiate e in clean tremolo.

Senza dubbio in questo album la ricercatezza musicale e l’accuratezza folklorica ha superato qualsiasi lavoro passato, o per lo meno è ciò che risulta da un ascolto attento del disco. Non è possibile ascoltare “di sfuggita” l’album che richiede una particolare attenzione a ogni suono, ogni sfaccettatura. Il ritmo rallenta notevolmente rispetto al precedente opus, proponendo atmosfere più Dark Ambient affidate ai fiati del maestro Ionuţescu, in particolare il flauto di Pan che ha un ruolo fondamentale in “Brazda de Foc”.

Le ultime due tracce, infine, sono qualcosa di sublime. “Stanciu Gruiul” è una vera e propria “doina” tradizionale (i.e. canzone del folklore romeno) dove torna lo strumento “tambal” che si sentiva solo sul pattern di “Impodobeala Timpului” in “Tău”, mentre qui diventa strumento centrale nell’intro della canzone. Una chitarra leggermente fuzzy accompagna poi i versi in rima baciata di una famosa ballata popolare romena, “Toma Alimoş”, i fiati, una “cobza” e un’atmosfera che ti proietta nella Transilvania di più di un secolo fa.

Marea cea Mare”, in più di 11 minuti, ha una musicalità che culla ed eleva l’ascoltatore lontano dalla realtà terrena, in qualche stato etereo. La voce femminile dà quel tocco di classe che rende perfetta la di per sé bellissima canzone. Dico sul serio: provoca i brividi ad ogni ascolto!

C’è poco da aggiungere: 6 canzoni per circa 50 minuti di pura evasione dalla realtà; un album catartico che ben prosegue il lavoro magistrale iniziato con “Tău”.

  • 9/10

  • NEGURA BUNGET - Zi

  • Tracklist

    01. Tul-ni-ca-rind

    02. Gradina Stelelor
    03. Brazda Da Foc
    04. Baciu Mosneag
    05. Stanciu Gruiul
    06. Marea Cea Mare

  • Lineup

    Gabriel Mafa (Negru): Drums, Percussions

    Tibor Kati: Vocals, Guitars, Keyboards
    Adrian Neagoe (Oq): Guitars, Vocals, Keyboards
    Petrica Ionutescu: Pipes, Traditional Instruments
    Ovidiu Corodan: Bass

  • GenereProgressive Folk/Black Metal
  • Anno2016
  • Casa discograficaProphecy Productions / Lupus Lounge
  • Websitewww.negurabunget.com